Proviamo a ripartire, per l'ennesima volta. Tenterò di aggiornare il blog con cadenze accettabili da ora in avanti, ma non è assolutamente una promessa. Per inaugurare questa nuova fase ci poteva essere di meglio che servire la Top of The (Power) Pops 2019? Forse si, ma a me non è venuto in mente nulla.
Tagliando ulteriori cerimonie inutili, ecco a voi i migliori 25 dischi pubblicati lo scorso anno secondo Pop Craving.
NB: L'ordine è decrescente per creare l'opportuna suspense. Tra parentesi l'etichetta editrice, se ce n'è una. A ogni album in classifica corrisponderà un link che vi condurrà dritti al luogo d'acquisto. Supportate gli artisti, comprate la loro musica.
25 - Fangclub "Vulture Culture" (Vertigo)
24 - David Brookings and the Average Lookings "Scorpio Monologue" (autoprodotto)
23 - Geoff Palmer "Pulling Out All the Stops" (Stardumb)
22 - Lannie Flowers "Home" (Spyderpop)
21 - The Lunar Laugh "Goodnight Noises Everywhere" (Kool Kat)
20 - Butcher The Bar "III" (Bobo Integral)
19 - The Brothers Steve "#1" (Supermegabot Music Concern)
18 - Lolas "A Dozen Or Seven Tapestries" (Kool Kat)
17 - Bryan Estepa "Sometimes I Just Don't Know (Rock Indiana)
16 - The Dates "Ask Again Later" (Burger)
15 - The Junior League "Adventureland" (Kool Kat)
14 - White Reaper "You Deserve Love" (Elektra)
13 - Rob Laufer "The Floating World (autoprodotto)
12 - Senzabenza "Godzilla Kiss!" (Striped Music)
11 - Masked Intruder "III" (Pure Noise)
10 - The Supernaturals "Bird Of Luck" (autoprodotto)
9 - Goodman "The Era Of Buckets" (autoprodotto - solo in formato digitale)
8 - Redd Kross "Beyond the Door" (Merge)
7 - The Maureens "Something In the Air" (autoprodotto)
6 - Matthew Milia "Alone At St. Hugo" (Sitcom Universe)
5 - Jordan Jones "Jordan Jones" (Beluga)
4 - Pernice Brothers "Spread the Feeling" (Ashmont)
3 - Joe Sullivan "Growing Up Schlockstar" (Futureman)
2 - The Needs "You Need The Needs" (Jansen)
1 - Nick Frater "Full Fathom Freight-Train" (Kool Kat)
Con il grandissimo disco di Nick Frater, il preferito per l'anno appena andato in archivio da queste parti, si chiude la nostra Top of The (Power Pops) 2019. Che sia di buon auspicio per una mia più frequente presenza sul blog. Buon 2020 miei cari.
Pop Craving!
Powerpop e dintorni
giovedì 16 gennaio 2020
martedì 10 settembre 2019
Forse si torna in pista
lunedì 19 settembre 2016
Eytan Mirsky - Funny Money (2016 / Mirsky Mouse Records)
martedì 22 marzo 2016
Jordan Andrew Jefferson "The Only Way Out Is In" (2015 / autoprodotto)
Non si sa molto di questo autore di Huntington, West Virginia. "Suono il piano e la chitarra e scrivo e canto canzoni d'amore per me stesso" - spiega sul proprio profilo Bandcamp - e il suo album è qualcosa di bellissimo e fuori tempo massimo come piace a noi. Jordan concepisce musica di retroguardia; un pop calato piedi e mani nella west coast degli anni '70 più profonda, così fuori moda che quasi fa tenerezza parlarne. Si parte con Ghost By The Water e già si sa dove si arriverà; una landa sonora dominata da America, Bread e Smokie; quel tipo di lite rock elegante nel suo intenso tepore promosso dalle AM radio di quarantacinque anni fa. Beyond Words è un tiepido mantra spaccacuore, mentre White Light potrebbe persino somigliare ai Cosmic Rough Riders più folkadelici, se in sede di composizione Daniel Wylie avesse al suo fianco Gerry Beckley. One Step At A Time alza i ritmi corroborata da rintocchi eighties, prima che Is What It Is traduca per i contemporanei i simboli del soul bianco di Carl Wilson nei Beach Boys della decade passata fuori classifica. Ma Jefferson dimostra d'essere un purosangue soprattutto durante la malinconica The Party's Over, perché il falsetto di cui è in possesso non lo regalano insieme all'ultima versione di Autotune e perché non è semplice sforare i cinque minuti inchiodando l'ascoltatore alla poltrona con un groppo in gola impossibile da cacciare via.
L'autore è un solitario, questo lo si intuisce: "The Only Way Out Is In" è stato suonato in quasi completa autonomia e questo dice molto, anche se non tutto, del suo talento sconfinato. Abbiate la pazienza di cercarlo e di ascoltarlo a lungo: non è un disco immediato, così come non è immediato l'uomo, ma una volta che lo avrete capito lo porterete con voi e non lo abbandonerete facilmente.
giovedì 17 marzo 2016
Frugando nei cassetti di George Martin.
E' passata una settimana dalla scomparsa di colui che probabilmente è stato il genio più grande nell'evoluzione della musica pop. La sua eredità resterà per sempre qualcosa di unico e frammenti di grandezza invaderanno la nostra memoria quando meno ce lo aspetteremo, nei secoli dei secoli. George Martin ovviamente non fu solo il visionario demiurgo nell'opopea dei Fab Four, ma sedette dietro alla consolle nelle più disparate registrazioni di album famosi e meno famosi.
Quello degli Stackridge - "The Man In The Bowler Hat" per il mercato britannico, "Pinafore Days" per quello nordamericano - è un suo prodotto, uno di quelli cui sono più affezionato. Pubblicato dalla MCA nel febbraio del 1974, rappresentò il picco della band a livello di vendite, raggiungendo un'inaspettata ventitreesima posizione nelle chart inglesi. Un disco di musica popolare innovativa e tradizionale al tempo stesso: alla base della scrittura di gran classe firmata da Andy Davis, George Martin aggiustò una palette di suono variopinto, evoluto, cinematico; il risultato si concretò in capolavori che in pochi, troppo pochi, hanno avuto la pazienza e la fortuna di sentire. Fundamentally Yours è un esempio, il migliore, di un album che merita d'essere riscoperto. Come tante altre perle oscure stipate nell'archivio di George Martin, che speriamo di elogiare su questo blog in un futuro non troppo lontano
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giovedì 31 dicembre 2015
Buon anno, pop addicts!
Non ho avuto tempo, quest'anno, di
dedicarmi alle consuete classifiche di fine stagione: i grandi dischi
non sono mancati, come avrete sicuramente notato, ma la fase di
ristrutturazione del blog ha preteso un lungo periodo di riflessione, da
cui crediamo di essere usciti pronti a tuffarci in una nuova, più
costante avventura. Sia come sia, tra le tante opere che meriterebbero
molto più di una misera nota su questo sito, sull'anno appena chiusosi è
svettato Crayons and Angels, ennesimo disco firmato dal talento purissimo di Brandon Schott.
Un album ricolmo di soft pop luminoso e anche un po' barocco dagli
arrangiamenti ricchissimi; un album che quasi tutti voi avrete già aggiunto
alla collezione ma che al tempo stesso merita più di una segnalazione a
beneficio dei pochi ignari rimasti.
Buon duemilasedici, miei cari, e ricordate: "life's too short to listen to bad power pop".
lunedì 20 aprile 2015
Stiamo tornando.
Pop Craving!, blog lanciato alla fine del 2014 giusto in tempo per svelare la consueta classifica riguardante i migliori dischi dell'anno, è stato immediatamente abbandonato causa completa mancanza di tempo. Il recente avvento della primavera, tuttavia, ha portato con sé forza ed entusiasmo rinnovati, dunque potete aspettarvi una ripresa delle attività in tempi presumibilmente brevi. Stay tuned for more power pop.
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